17 apr 2008

Romeo e Giulietta.. scena del balcone!

Romeo
Come posso andare più avanti, se il mio cuore è là dentro?…

Su, tornatene indietro, terra, e riprendi il tuo centro! Ride delle cicatrici altrui chi non ha mai sofferto per una ferita come questa…

Giulietta appare a una finestra.

Romeo
Oh, che luce vedo sprigionarsi lassù, da quella finestra? È l’oriente, lassù, e Giulietta è il sole! Sorgi, bel sole, e uccidi l’invidiosa luna già pallida di rabbia ed ammalata, perché tu, che sei sua ancella,sei di gran lunga più splendente di lei. Non restare sua ancella, se è invidiosa di te; la sua veste s’è fatta ormai d’un colore verde scialbo e non l’indossano altro che le sciocche. Gettala via!… Oh, sì, è la mia donna, l’amore mio. Ah, s’ella lo sapesse! Lei mi parla, anche senza dire una parola. Come mai?… Perché è il suo occhio che mi parla, e io risponderò. Oh, ma che sto dicendo… Presuntuoso che sono! Non è a me, che lei parla. Due luminose stelle, tra le più fulgide del firmamento avendo da sbrigare qualcosa altrove, se ne sono andate dalle loro sfere e hanno pregato i suoi occhi di brillarvi fino al loro ritorno… E se quegli occhi fossero invece al posto delle stelle, e quelle stelle sulla sua fronte? Allora sì, la luce del suo viso farebbe impallidire le stelle, come il sole la luce d’una lampada; e tanto brillerebbero i suoi occhi per i campi del cielo, che gli uccelli si metterebbero tutti a cantare credendo fosse finita la notte. Guarda come poggia la sua guancia su quella mano… Un guanto vorrei essere, su quella mano, e toccare quella guancia!

Giulietta
(Come se avesse sentito un rumore, o forse assorta in tristi pensieri, sospirando)

Ahimè!…

Romeo
(Tra sé)
Dice qualcosa… Parla ancora, angelo luminoso, sei così bella, e da lassù tu spandi sul mio capo tanta luce stanotte quanta più non potrebbe riversare sulle pupille volte verso il cielo degli sguardi stupiti di mortali un alato celeste messaggero che, cavalcando sopra le nuvole, veleggiasse per l’azzurro infinito!

Giulietta
Romeo, Romeo! Perché sei tu Romeo? Ah, rinnega tuo padre!… Lascia il tuo casato!… O, se proprio non vuoi, giurami amore, ed io non sarò più una Capuleti! Soltanto il tuo nome mi è nemico; ma tu saresti tu, sempre Romeo per me, quando anche non fosti un Montecchi. Che cosa è infatti Montecchi?… Non è una mano, né un piede, né un braccio, né una faccia, né nessun’altra parte che possa dirsi appartenere a un uomo. Ah, perché tu non porti un altro nome! Ma poi, che cos’è un nome?… Forse che quella che chiamiamo rosa cesserebbe d’avere il suo profumo se la chiamassimo con altro nome? Così se anche Romeo non si dovesse più chiamare Romeo, chi può dire che non conserverebbe la cara perfezione ch’è la sua? Rinuncia, Romeo, al tuo nome, che non è parte della tua persona, e in cambio prenditi tutta la mia.

Romeo
Io ti prendo in parola! D’ora in avanti tu chiamami "Amore", ed io sarò per te non
più Romeo, perché mi hai ribattezzato così.

Giulietta
Oh, che uomo sei tu, che protetto dal buio della notte, vieni a inciampare così sui miei pensieri?

Romeo
Dirtelo con un nome, non saprei; il mio nome, cara santa, mi è odioso, perché è nemico a te. Lo straccerei, se lo portassi scritto.

Giulietta
L’orecchio mio non ha bevuto ancora cento parole dalla tua voce, che ne conosco il suono: non sei Romeo tu, ed un Montecchi?

Romeo
No, nessuno dei due, bella fanciulla, se nessuno dei due ti piace.

Giulietta

Ma come hai fatto ad arrivare qui? Dimmi come, e perché. Sono difficili i muri dell’orto da scalare, e se qualcuno dei miei ti sorprendesse, sapendo chi sei, ti ucciderebbe.

Romeo

Ho scavalcato il muro sopra le ali leggere dell’amore; l’ amore non teme ostacoli di pietra, e tutto quello che l’amore può fare trova sempre il coraggio di tentarlo. Perciò i parenti tuoi non rappresentano per me un ostacolo

Giulietta
Ma se ti trovano qui, ti uccideranno!

Romeo
Ahimè, c’è più pericolo per me negli occhi tuoi che in cento loro spade: basta che tu mi guardi con dolcezza, perché io mi senta come corazzato contro l’odio di tutti i tuoi parenti.

Giulietta
Però io non vorrei per nulla al mondo che uno di loro ti trovasse qui.

Romeo
La notte mi nasconde col suo manto alla loro vista; ma se tu non mi ami, che mi trovino pure e che mi prendano: è meglio per me morire desiderando invano il tuo amore.

Giulietta
Come hai fatto a venire fino qui? Chi ti ha guidato?

Romeo
L’amore per primo ha guidato i miei passi. È stato lui a prestarmi consiglio nel trovarlo; io gli ho prestato in cambio solo gli occhi. Io non sono un marinaio, ma se tu fossi lontana da qui quanto la più deserta delle spiagge bagnata dall’oceano più lontano, io correrei qualsiasi avventura per cercare una così preziosa mercanzia.

Giulietta
Sai che la notte nasconde il mio viso, l’avresti vista arrossire, se no, per ciò che mi hai sentito dire poco fa. Ah, vorrei tanto mantenere la forma, ma rinnegare quel che ho detto!… Ma addio ormai inutili riguardi! Tu mi ami?… So che mi rispondi "Sì", ed io ti prenderò sulla parola; ma non giurare, no, perché se giuri, potresti poi dimostrarti spergiuro. O gentile Romeo, se mi ami, dimmelo con sincerità; se credi ch’io mi sia lasciata vincere troppo presto, ti respingerò, perché tu sia costretto a supplicarmi… Ma no, invece …non lo farei, per nulla al mondo!… In verità, bellissimo Montecchi, io di te sono tanto innamorata, da farti giudicare leggerezza il mio comportamento; però credimi, mio gentile cavaliere, che io saprò dimostrarmi più fedele di quelle che di me sono più esperte nell’arte di apparire più ritrose. E più ritrosa - devo confessarlo - sarei stata, se tu, subito, prima ch’io stessa me ne fossi accorta, non m’avessi sorpresa a confessare la mia ardente passione a me stessa. Perdonami perciò, e non voler chiamare leggerezza la mia docilità, come t’avrà potuto suggerire il buio della notte.

Romeo
Mia signora, per questa sacra luna che inargenta le cime di questi alberi, io ti giuro…

Giulietta
Ah, Romeo, non giurare sulla luna, poiché è incostante, e cambia faccia ogni mese nel suo girare, e perché l’amore tuo potrebbe come lei dimostrarsi volubile e mutevole.

Romeo

Su che vuoi che giuri?

Giulietta
Non giurare; o, se vuoi, giura su te stesso, su questa graziosa tua persona, l’idolo della mia venerazione, e tanto basterà perché io ti creda.

Romeo
Su che vuoi che giuri? Se l’amore del mio cuore…

Giulietta
Non giurare, ho detto: benché tu sia la mia gioia, non mi riesce di trovare gioia nell’impegno scambiatoci stanotte: troppo improvviso, troppo irriflessivo, rapido, come il fulmine, che passa prima che uno possa dire "Lampeggia!". Buona notte, dolce amore. Questo bocciolo d’amore, schiudendosi nel vento dell’estate, potrà, al nostro prossimo incontro, dimostrarsi un bel fiore profumato. Buona notte. La pace ed il riposo discendano soavi sul tuo cuore, come soave è tutto, nel mio petto.

Romeo
Su che vuoi che giuri? Oh, vuoi lasciarmi così insoddisfatto?

Giulietta
Insoddisfatto? E quale soddisfazione pensavi di avere da me stasera?

Romeo
Sentirmi ricambiare dalla tua bocca il mio voto d’amore.

Giulietta

Te l’ho dato, ancor prima che tu me lo chiedessi; anche se vorrei che fosse ancora da dare

Romeo
Vorresti ritirarlo? E perché, amore?

Giulietta
Per potermi mostrare generosa, e dartelo di nuovo, a piene mani. Io non desidero che quel che ho. La mia voglia di dare è come il mare, sconfinata, e profondo come il mare è il mio amore: più ne concedo a te, più ne possiedo io, perché l’una e l’altro sono infiniti.

(La voce della Nutrice dall’interno, che chiama: "Giulietta!")
Sento voci da dentro casa… Addio, addio, mio caro amore!… Vengo, balia!… Dolce Montecchi, restami fedele. Aspetta ancora un po’, ritorno subito.

(Si ritira)

Romeo
O notte, notte di benedizioni! Un sogno, temo, nient’altro che un sogno è questo: troppo dolce e lusinghiero per essere realtà!


Giulietta riappare improvvisamente in alto

Giulietta
Ancora tre parole, Romeo caro, e poi la buonanotte, per davvero. Se è onesto il tuo proposito amoroso e la tua intenzione è di sposarmi, mandami a dire domani, da qualcuno ch’io manderò da te, il luogo e l’ora in cui vuoi celebrare il sacro rito ed io sono pronta a mettere ai tuoi piedi tutti i miei beni, e a seguirti sempre e dovunque, come mio signore… ma se diversa è la tua intenzione, ti scongiuro…… smetti di corteggiarmi ed abbandonami al mio dolore.

Romeo
Oh, anima mia…


Giulietta
Ancora buona notte, mille volte!


(si ritira)

Romeo
Una mala notte, vuoi dire, se mi viene a mancare la tua luce! L’amore corre ad incontrare l’amore con la gioia con cui gli scolaretti fuggono dai loro libri; ma l’amore che deve separarsi dall’amore ha il volto triste degli scolaretti quando tornano a scuola…


(Si trae indietro lentamente)

Giulietta appare di nuovo alla finestra

Giulietta
Pssst! Romeo!… Oh, se sapessi fischiare come un falconiere per poterlo richiamare! Ma la mia voce è fioca e non può urlare; altrimenti vorrei gridare così forte da squarciare l’antro ove riposa Eco e superare la sua voce, a forza di chiamare: "Romeo! Romeo!"

Romeo
(Tornando indietro)
È la stessa mia anima che invoca così il mio nome. Come suonano soavi nella notte le voci degli amanti: sommessa musicalità d’argento dolcissima all’orecchio che l’ascolta


Giulietta
Romeo!A che ora domattina posso mandare qualcuno da te?

Romeo
Verso le nove

Giulietta
Non mancherò. Mi sembreranno vent’anni fino allora… Perché t’ho richiamato?… Che stupida! Non me lo ricordo più!

Romeo
Lascia allora ch’io resti qui con te fino a che ti ritorni in mente.

Giulietta
Allora io, per farti rimanere ancora un poco, tornerò a scordarmelo, ricordandomi solo di una cosa: quanto mi è dolce la tua compagnia.

Romeo
E io ci resterò, perché tu dimentichi e resti ancora, e io dimentico d’aver altra casa fuor che questa.


Giulietta
Ormai è quasi l’alba; vorrei che tu già fossi via da qui, non più lontano però dell’uccellino che una bambina lascia saltellare lontano dalla sua mano, ma lo tiene legato alla catena come suo prigioniero, e, tirando un filo di seta, lo riporta a sé, simile ad una amante gelosa di quel po’ di libertà.

Romeo
Vorrei essere io quel prigioniero


Giulietta
E così vorrei io, amore, anche se finirei col soffocarti per le troppe carezze… Buona notte! Separarci è un dolore così dolce che non mi stancherei, amore mio, di dirti "buona notte" fino a giorno.


(Si ritira)

Romeo
Siano dimora al sonno i tuoi occhi, alla pace il tuo cuore. Sonno e pace vorrei essere io, per il tuo riposo. Ora da qui raggiungerò il convento del mio fidato padre confessore a domandargli la sua assistenza e confidargli questa mia fortuna.


(Esce)